sanno per istinto riconoscere le erbe che servono loro. Basta guardare un cane o un gatto con quanta cura in un prato scelgono foglia da foglia, filo d’erba da filo d’erba. Con l’avanzare della medicina scientifica molte conoscenze tramandate da una generazione all’altra si vanno perdendo. Io sono particolarmente sensibile a questo tipo di conoscenza, perché i miei mi hanno allevato e curato, quanto più possibile con la medicina naturale.
Ancora oggi sono di uso comune infusi di erbe e fiori, tra i quali la camomilla è la più comune, impiegata come calmante e rilassante, la menta come digestivo, la gramigna, la malva, la senna come purgante, la senape per gli impiastri, e in particolare ricordo l’infuso di fiori di tiglio che il babbo mi dava la sera alla vigilia di qualche importante gara atletica o di qualche esame, per farmi dormire tranquilla.
Presentazione alla prima edizione del “Dizionario di Fitoterapia e Piante Medicinali” di Enrica Campanini