I meccanismi di azione
L’agopuntura è parte di un corpus medico nato migliaia di anni fa ed evolutasi nel tempo. Sorge dall’accumulo e sedimentazione di osservazioni e conoscenze di migliaia di medici nel corso dei secoli. Tali osservazioni cliniche sono state inserite nel contesto socio-culturale di una civiltà lontana dalla nostra geograficamente e temporalmente, così, ancora oggi, gli schemi interpretativi, diagnostici e terapeutici, utilizzano quel linguaggio fatto di concetti come “Yin”, “Yang”, “Qi”, “Xuè”, “Jing”
Gli studiosi, occidentali ed orientali, stanno cercando di tradurre ora, nel linguaggio della nostra biomedicina, le conoscenze mediche acquisite nel continente asiatico in così tanti anni. Gli studi, da questo punto di vista, hanno portato a scoprire cose molto interessanti.
Sebbene l’agopuntura possa essere fruttuosamente impiegata in molti campi della medicina, (da quello neurologico a quello ginecologico, da quello gastroenterologico a quello urologico), indubbiamente ciò che l’ha resa immediatamente celebre nel mondo occidentale, è stato il suo uso in ambito analgesico. Così molti degli studi sui meccanismi d’azione della terapia con gli aghi si sono concentrati su come l’agopuntura riesca ad ottenere risultati in quest’ambito. Tali meccanismi sono stati ampiamente studiati per oltre 60 anni.
John McDonald e Stephen Janz autori del sopracitato “The Acupuncture Evidence Project” scrivono: “nei modelli animali, l’agopuntura e/o l’elettroagopuntura hanno dimostrato di essere efficaci per alleviare il dolore infiammatorio, neuropatico, oncologico e viscerale 64. Sono stati mappati i percorsi neuronali ascendenti che coinvolgono le fibre sensoriali Aδ, Aβ e C, è stato identificato il circuito mesolimbico dell’analgesia nel cervello e nel tronco cerebrale e sono stati mappati anche i percorsi discendenti 65.
Sono stati identificati numerosi mediatori tra cui neuropeptidi oppioidi e non oppioidi, serotonina, norepinefrina, dopamina, citochine, glutammato, ossido nitrico e acido gamma-ammino-butirrico (GABA) 64, 65. L’analgesia da agopuntura ha dimostrato di coinvolgere diverse classi di neuropeptidi oppioidi tra cui encefaline, endorfine, dinorfine, endomorfine e nocicettina (noto anche come Orfanina FQ) 65-67. Tra i neuropeptidi non oppioidi, la sostanza P (SP), il peptide intestinale vasoattivo (VIP) e il peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) sono stati studiati per il loro ruolo sia negli effetti analgesici che antiinfiammatori dell’agopuntura 64, 68. Due recenti revisioni degli studi sull’analgesia da agopuntura dimostrano ulteriormente la complessità di quest’area di studio65, 66.
Gli effetti anti-infiammatori dell’agopuntura coinvolgono numerosi mediatori, recettori e vie di segnalazione, come delineato in due recenti revisioni 68,69. Tali effetti dell’agopuntura hanno particolare rilevanza per la rinite allergica, la sindrome dell’intestino irritabile, il recupero post-chirurgico, l’emicrania, l’artrosi e gli aspetti infiammatori di una serie di condizioni muscolo-scheletriche. Nella rinite allergica, l’agopuntura ha dimostrato di down-regolare IgE totali e specifiche, così come SP e VIP 70, 71. L’ Agopuntura ha dimostrato di down-regolare l’espressione dei recettori vanilloidi TRPV1 (Transient Receptor Potential Vanilloid 1) nel dolore infiammatorio e ci sono prove indirette che suggeriscono che l’agopuntura può down-regolare l’espressione e la sensibilità di TRPV1 nella rinite allergica 68, 70, 72. Nella sindrome dell’intestino irritabile, l’agopuntura ha dimostrato di down-regolare SP, VIP e CGRP 73, 74. Si è evidenziato che, nell’emicrania, l’agopuntura sia in grado di down-regolare CGRP e SP che sono anche potenti vasodilatatori” 75, 76.
Tra le vie di segnalazione biochimiche che giocano un ruolo centrale nel trattamento con agopuntura, gli studi hanno sottolineato l’importanza del sistema di segnalazione purinergico. Si tratta di un sistema, primitivo e ubiquitario nel nostro organismo, che utilizza adenosina e ATP come via di segnalazione e di regolazione in tutte le cellule e i tessuti, dove media numerose reazioni fisiologiche ed è coinvolto in diverse risposte patologiche in una serie di malattie77. È stato infatti dimostrato che il segnale purinergico gioca un ruolo centrale in diverse aree cliniche come l’emicrania e il mal di testa, 78 disfunzioni immunitarie79, cancro80, autismo81, Alzheimer82, malattie cardiovascolari83,84, apparato endocrina85. Gli studi sui topi hanno dimostrato che in quelli selezionati per non essere in grado di legarsi all’adenosina non c’è stato sollievo dal dolore dopo trattamento con agopuntura, mentre nei topi normali si è registrato l’effetto analgesico dell’agopuntura86,87. Tale effetto è stato studiato anche nell’uomo. In uno studio del 2012 un gruppo di ricercatori ha evidenziato come la concentrazione interstiziale di adenosina aumentava significativamente durante l’agopuntura e rimaneva elevata per 30 minuti dopo il trattamento. Il rilascio dell’ adenosina mediata dall’ agopuntura non avveniva se non era somministrata in un punto specifico di agopuntura (nel caso dello studio in esame ST36-Zusanli) o se l’ago di agopuntura veniva infisso, ma non manipolato88.
Gli studi hanno anche dimostrato come l’agopuntura abbia effetti diretti sul sistema nervoso sia in termini di riflesso spinale sia a livello cerebrale. L’agopuntura diminuisce l’attività nelle strutture limbiche associate a stress e malattia, migliora nel contempo la regolazione dell’ipotalamo, dell’ipofisi, dell’asse surrenale, il sistema primario che il corpo utilizza per regolare gli ormoni e la risposta fisiologica allo stress89. Diverse conferme sono arrivate da una serie di studi in cui si è valutato attraverso la Risonanza Magnetica Funzionale l’effetto prodotto a livello celebrale dalla stimolazione con aghi dei punti di agopuntura90-93.
Nonostante molto sia stato scoperto, future ricerche permetteranno probabilmente di aggiungere altri tasselli ed affinare il quadro delle conoscenze sui meccanismi di funzionamento dell’agopuntura, che sembrano essere complessi e profondi.